lunedì 5 gennaio 2009




A che serve essere vivi,
se non si ha il coraggio di lottare?


Giuseppe Fava




" Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. "


I ragazzi del movimento di unità barcellonese, hanno deciso di regalare un spazio del blog, ad un personaggio di gran spicco,figura poliedrica scissa tra giornalismo,teatro,narrativa,saggistica,pittura, ovvero :Giuseppe Fava..


Questo piccolo inserto costituisce le pagine della nostra memoria, che se vorrete apparterrà anche a voi..


Giuseppe Fava venne freddato il 5 Gennaio 1984....

Il lavoro che egli svolse ,allora ,come adesso, racchiudeva la soluzione del più amaro e moderno enigma nel quale cominciava e continua ad emergere il rapporto tra politica,mafia e istituzioni in generale..

Rapporti che con la rivista I Siciliani portò alla luce,dissacrandoli..


Nasce a Palazzolo ad Acreide nel 1925 e nel 1943 si trasferisce a Catania dove si stabilisce definitivamente,laureandosi in Giurisprudenza.


Della sua città scrive:Io - scrive nel libro-inchiesta I Siciliani, pubblicato nell'80 - sono diventato profondamente catanese, i miei figli sono nati e cresciuti a Catania, qui ho i miei pochissimi amici ed i molti nemici, in questa città ho patito tutti i miei dolori di uomo, le ansie, i dubbi, ed anche goduto la mia parte di felicità umana. Io amo questa città con un rapporto sentimentale preciso: quello che può avere un uomo che si è innamorato perdutamente di una puttana, e non può farci niente, è volgare, sporca, traditrice, si concede per denaro a chicchessia, è oscena, menzognera, volgare, prepotente, e però è anche ridente, allegra, violenta, conosce tutti i trucchi e i vizi dell'amore e glieli fa assaporare, poi scappa subito via con un altro; egli dovrebbe prenderla mille volte a calci in faccia, sputarle addosso "al diavolo, zoccola!"


Nel suo lungo tragitto, la rivista I Siciliani, abbracciò il suo fedele modo d'essere,un giornalista che dietro al retrogusto pasoliniano, di una verità abbracciata in senso etimologico e così scellerato per gli interessi altrui, condusse inchieste che scoperchiarono la Catania Bene e i malfattori della stessa...

Non ho mai conosciuto Giuseppe Fava, vista la mia giovane età, ma in lui possiamo ritrovare, la storia ripercorsa da molti,non credo che fossero vinti dall'illusione di poter esprimere facilmente e senza alcuna preoccupazione notizie che fecero tremare in molti, ma si cullarono e con estrema violenza fecero loro la menzogna scottante di chi vende apparentemente la libertà di pensiero e di parola, che lo condusse, li condussero nelle mani dei propri carnefici...

Forse ancora una volta vi perderete in etichette come "Eroe", ma qui non esistono gli eroi.. qui nessuno di loro aveva i super poteri, qui nessuno di loro pensava di non avere paura,qui nessuno di loro pensava di vivere la realtà circostante con estrema tranquillità.. quasi a trattarci come babbei impotenti ed autoproclamarsi difensori della Giustizia..

Erano solo giornalisti,magistrati...sindacalisti.. erano solo uomini, che non persero mai la coscienza di esserlo, e con la più semplice della dignità,quasi come l'innocenza di un bambino ,non smisero mai di esercitare il loro diritto di essere "semplicemente uomini liberi"...la passione,la volontà più grande alla quale si abbandonarono... e che oggi molti hanno deciso di dimenticare in questo regime..
maria

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